ATTENZIONE

Strumento

Squillo di tromba: ma voi lo sapete come si chiama la materia che studia le caratteristiche degli strumenti musicali? Organologia. Nella tromba, l’organologia è particolarmente interessante perché si tratta di uno tra gli strumenti più antichi. Infatti, già nella Bibbia, viene menzionata per riti religiosi impiegata dai sacerdoti del Re Salomone, ma, ancor prima, gli uomini primitivi e gli Egizi la utilizzavano nella caccia e per comunicare segnali, avvalendosi di elementi cavi presenti in natura come corna e ossa di animali, canne di bambù, grosse conchiglie.Il suo suono squillante l’ha resa da sempre uno strumento prezioso proprio nelle battaglie, nei riti religiosi e nelle bande militari e cittadine. Tuttavia, essendo le prime trombe delle canne lunghe in legno, o costruite in bronzo e argento, queste non avevano una gamma di suoni e armoniche paragonabile ad altri strumenti. Fino a quando, a fine Medioevo, non fu introdotta la forma curva in ottone, quella nota oggi, che parte con un tubo cilindrico e termina con un padiglione conico, e quando nel ‘600 furono introdotti i pistoni a metà tubo, in grado di accorciare o allungare la colonna di aria che vi passa all’interno, modificando così il suono; meccanismo che ne permise un maggiore riconoscimento e diffusione e la annoverò nella famiglia degli aerofoni.Nelle trombe moderne, addirittura, è prevista una camera d’acqua, che raccoglie le goccioline di saliva che si accumulano soffiandovi per suonarla, svuotabile nelle pause durante le esecuzioni.
 

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Parola Chiave

Giornata di allerta e di attenzione a pericoli, rischi, dettagli, agli errori da cui si può imparare e ai punti di forza da potenziare. Ecco perché lo strumento principe oggi è la tromba, storicamente impiegata proprio nelle allerte e nella celebrazione deisuccessi.Applicarsi con impegno e fare manutenzione dei dettagli da migliorare, infatti, porta spesso a raggiungere gli obiettivi e realizzare i propri sogni, come scoprirà che Fred, protagonista della nostra storia, e come insegna anche San Biagio, di cui invochiamo la benedizione per la gola, proprio per evitare di rimanere senza voce.
 

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Storia

Il giorno seguente, come d’accordo, Fred si presentò alle prove e su suggerimento diCharlie cercò di tenere un profilo basso, prestando grande attenzione alla musica, provando a non farsi distrarre dalla presenza di Martina.Stava per arrivare al tetto, quando fu incuriosito dai discorsi che sentì fare da bassista e saxofonista con Ringo. Allora, decise di rallentare un attimo e origliare senza farsi vedere. “Lo sapete che è lei che muore per me, ma io non ho tempo per le ragazze e soprattuttoper storie serie”. “Beh, devi ammettere che la nostra batterista però non è niente male e visto come è appassionata a suonare…”. “Se volete uscirci voi, ve la lascio”.Fred rimase turbato da quelle parole. Stavano certamente parlando di Martina, per lui così meravigliosa e inarrivabile, e non gli piaceva affatto il tono che le avevano rivolto, anche considerando quanto lei puntasse Ringo.“Tu devi essere quello nuovo, ma tanto nuovo non sei poi”. Fred sussultò. Martina era proprio dietro di lui e l’aveva beccato ad ascoltarli di nascosto. “Ah sì, ciao Martina, ecco… avevo qualche timore a presentarmi, ma ormai sono qui!”. “Tranquillo, non dirò che ti ho beccato, andiamo però adesso che siamo già in ritardo”.Raggiunsero gli altri, Fred con un guazzabuglio di emozioni che gli attanagliavano gola e stomaco. Si sforzò di concentrarsi sugli accordi che gli diedero del primo brano, e provò a dare il meglio di sé. Dopo tre brani Ringo interruppe le prove. “Ragazzo, così non ci siamo. O ti dai una svegliata e stai al passo, o ti sostituisco con un altro”.Fred si sentì gelare, in effetti capiva che non era riuscito ad andare a tempo con gli altri ed erano troppe ancora le cose a cui prestare attenzione: si perdeva. Ma non voleva rinunciare, non adesso che era a quasi un passo da realizzare il suo sogno: suonare nella band con Martina. “Riproviamo domani. Ed è l’ultima possibilità”. Fred annuì, raccolse le sue cose e fece per rientrare a casa, quando gli venne un’idea. Seguire Martina senza farsi scoprire, per poterla osservare un po’ più da vicino. La lasciò sfilare qualche metro avanti a sé, si assicurò che fosse sola, e, pur a debita distanza, cercò di non perderla di vista.“Come sono andate le prove?”. “Lascia stare Charlie, un disastro… senti, una poesia che posso dedicare a Martina… me la devi leggere adesso al telefono”. “Ma sei impazzito? E dove la trovo così su due piedi? Ma perché stai uscendo con lei?”. “No, poi ti spiego… ma trovamela”. Martina si era, intanto, fermata in gelateria per un cono. Fred parlava in cuffia al telefono con Charlie, mentre teneva d’occhio l’uscita della gelateria, in attesa che ricomparisse. “Allora, mi stavi proprio seguendo!”. A Fred si fermò il cuore,di colpo. A Charlie, dall’altro capo del cellulare, il respiro. Martina era sveglia e l’aveva beccato per la seconda volta. “No, Martina, non è come credi… è che… è che…”. Charlie dall’altro capo gli suggerì: “che volevo chiederti una mano per la band. Per arrivare alle prove più preparato!”. “Ah sì? E perché pensi che io debba perdere tempo ad aiutarti?”. “Perché non solo sei la musa che ispira la mia musica da quando ti ho vista per la prima volta, ma sei anche gentile e generosa e confido che per il bene della band mi aiuterai”. Suggerì Charlie all’orecchio di Fred. “Te la sei cavata bene Fred, andiamo a provare, dai”. “Visto? Meglio di una poesia, eh?”. Fred, sorrise, chiuse la chiamata e inviò un messaggio a Charlie. “Sei magico”.
 

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Preghiera mattino

Preghiera del mattino

Canto: Benedici il Signore anima mia, quanto è in me, benedica il suo santo nome.

Brano dal Vangelo

(1 Corinzi 12,19-24a)

Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: “Non ho bisogno di te”; oppure la testa ai piedi: “Non ho bisogno di voi”. Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie;e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno.

Riflessione sul brano

Seguendo la logica del corpo, Paolo si spinge ancora oltre, invitando i cristiani non solo a considerare, ma soprattutto ad avere attenzione ai fratelli. Ogni membro del corpo deve essere incoraggiato e apprezzato per ciò che può fare nella vita della chiesa. Non c’è membro del corpo che sia insignificante. A volte ci chiediamo perché frequentare la chiesa: potremmo benissimo vivere la nostra fede direttamente con il Signore. Eppure, la chiesa è un corpo composto da persone che al di là di pregi o difetti, camminano e si sostengono insieme.

Santo del giorno: San Biagio (3 febbraio)

San Biagio fu medico e vescovo di Sebaste in Armenia e il suo martirio è avvenuto durante le persecuzioni dei cristiani, intorno al 316. La tradizione lo ricorda per un particolare miracolo che avrebbe compiuto: una madre disperata si rivolse a lui quando suo figlio stava per morire, soffocato a causa di una lisca di pesce conficcata in gola. Il Santo si limitò a dare al bambino un pezzo di pane, la cui mollica fece uscire la lisca permettendogli di respirare. Ad oggi, infatti, il Santo lo si invoca per il mal di gola. Questo lo ha reso anche patrono degli strumenti a fiato e della voce perché solo con una gola sana e il naso aperto è possibile suonare bene questo tipo di strumenti. Infatti, il detto milanese che lo riguarda è “San Bias el benediss la gola e el nas”.Numerose sono le ricorrenze e i gesti che lo riguardano a seconda delle diverse zone geografiche, in riferimento alla benedizione della gola.

Impegno del giorno

Ascoltiamoci per essere in grado di comprendere e conoscere la comunità in cui viviamo. Ascoltiamo gli altri con attenzione per accorgerci davvero di loro, per imparare a stare loro accanto come faceva San Biagio.Prendiamo una corda e a turno raccontiamo una cosa buffa di noi e facciamo un nodo. Al termine i nodi di questa corda saranno il risultato di una comunità in ascolto.
 

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Attività e giochi

Spazio social BAND

Ma quali sono le storie della band del campo?I ragazzi oggi porteranno la loro attenzione sul come si sono conosciuti, dove si sono incontrati la prima volta, chi ha coinvolto chi, se stavano mangiando o bevendo qualcosa, cosa si sono detti al primo incontro, quale la prima canzone suonata insieme e i primi concerti. Lavorando ovviamente di fantasia. Dopo averlo appuntato su un foglio, costruiranno un breve storytelling di 1 minuto, nel qualecon foto, immagini, pose, girato, gif, scritte, realizzeranno un breve racconto della formazione di ciascuna band, poi postabile dall’educatore sul social.
 

Gioco

Titolo: Squilli di tromba

Durata: 45’ - 60’

Spazio: all’aperto/al chiuso

Materiale: cassa audio, dispositivo e playlist musicale; tromba (o simile).

Svolgimento: protagonista di questa puntata è un gioco musicale composto di piùfasi. Si gareggia a squadre (le band). Vince chi realizza le varie fasi nel modo più corretto e originale.Fase 1. Indovina il mix. Ogni squadra deve indovinare il titolo e il cantante di 5 canzoni di cui l’educatore fa ascoltare in sequenza alcuni secondi di sole basi strumentali. Fase 2. Quante ne sai? Viene assegnato un tema e ad ogni squillo di tromba la squadra deve intonare una diversa canzone su quel tema finché l’educatore non cambia squadra.Fase 3. Tocca a voi. Viene assegnata una canzone nota a tutti, di cui l’educatore fa partire la base e ad ogni squillo di tromba una squadra diversa dovrà subentrare cantandola, attaccando al punto giusto e proseguendo intonata e con le giuste parole.Fase 4. Storia musicale. Inizia la prima squadra cantando e suonando con rumori e suoni del corpo e dall’ambiente un brano noto. Allo squillo di tromba, la squadra successiva deve proseguire con un’altra canzone che parta dall’ultima parola detta dalla squadra precedente e prosegua così la storia musicale che si va a comporre.Fase 5. Improvvisazioni. Data una canzone di partenza l’educatore allo squillo di tromba la ferma e una squadra a turno deve improvvisare liberamente sulla melodia data inventando liberamente come potrebbe proseguire usando i suoni che può produrre con il proprio corpo e con gli oggetti presenti intorno a loro. Poi prosegue il brano e avanti la creatività di un’altra squadra.

Attività

Titolo: I rimedi della gola

Durata: 45’

Spazio: all’aperto o al chiuso

Materiale: spezie e ingredienti per lenire il mal di gola; miele, zucchero, limone in ciotole; bicchieri, cucchiaini e sacchettini di stoffa richiudibili (tessuto, tulle, garza…)per ogni ragazzo; bollitori con acqua, ciabatte elettriche e prolunghe; tavoli e cartellini con descrizione ingredienti.

Svolgimento: su alcuni tavoli saranno predisposti una serie di ingredienti e spezie utili per lenire i dolori alla gola e l’abbassamento di voce, tipici di quando si prende freddo. Ciascun ingrediente è corredato da cartellino che ne specifica nome e peculiarità. Accanto ad essi saranno disponibili bicchieri, tazze, cucchiaini, sacchettini di stoffa, garza, tulle puliti e qualche bollitore elettrico con acqua calda. Ciascun ragazzo sarà dotato del proprio sacchettino porta infuso, e potrà scegliere fino a 5 ingredienti da combinare tra quelli disponibili sui tavoli per realizzare la propria tisana curativa (zenzero, chiodi di garofano, cannella, anice, semi di finocchio…). Una volta composto il sacchettino potranno ottenere bicchiere e acqua calda in cui immergere il proprio sacchettino riempito, per 3-5 minuti. Assaggeranno infine il proprio rimedio, degno di San Biagio, aggiungendo, se ritengono, limone, zucchero o miele e decantandone gli effetti benefici ai compagni, ammesso che li avvertano.

Laboratorio

Titolo: La trombetta

Durata: 30’

Spazio: all’aperto/al chiuso

Materiale: (per ragazzo) un vasetto vuoto di yougurt, meglio se grande da 500 g, una cannuccia, un guanto di lattice, un elastico, un barattolo di plastica da ½ litro di latte vuoto, un punteruolo (o una vite appuntita), forbici, cutter, colla vinavil con pennello o colla a caldo.

Svolgimento: si parte dal barattolo di yougurt su cui si crea, su un lato, con una vite a punta, un forellino, largo quanto una cannuccia, a 1,5 cm dalla circonferenza superiore del vasetto. Poi col cutter, si pratica un foro ampio all’estremità inferiore, largo di diametro poco meno della circonferenza inferiore del barattolo. Si rovescia il barattolo di nuovo verso l’alto e si spennella la colla nello spessore interno del fondo, che è rimasto oltre il buco. Si taglia a seguire il fondo del barattolo di latte vuoto senza tappo, in modo che risulti circa 0,5 cm più alto del vasetto, poi lo si incolla con la parte tagliata sulla colla distribuita sul fondo del barattolo di yougurt e il collo della bottiglietta rivolto verso l’alto, che sporgerà dal margine superiore del vasetto di 0,5 cm. Si prende il guanto di lattice e si tagliano tutte le dita, poi lo si taglia a metá in modo da ottenere una membrana aperta. Si avvolge la cima superiore del vasetto contenente la bottiglietta, con la membrana di lattice, solo quando la colla si sarà ben asciugata, si tira dai lati la membrana e la si fissa con un elastico. A questo punto si infila una cannuccia nel buchetto praticato all’inizio a lato vasetto con la vite, e si testa la propria trombetta soffiando nella cannuccia accorciata.
 

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Preghiera sera

Preghiera della sera

Salmo 89: Signore, tu sei stato per noi un rifugio

Brano sul santo del giorno

(Dalle opere mediche di Ezio di Amida)

«Riguardo al mal di gola, se la spina o l’osso non volesse uscire fuori, volgiti all’ammalato e digli «Esci fuori, osso, se pure sei osso, o checché sii: esci come Lazzaro alla voce di Cristo uscì dal sepolcro, e Giona dal ventre della balena.» Ovvero fatto sull’ammalato il segno della croce, puoi proferire le parole che Biagio martire e servo di Cristo usava dire in simili casi «O ascendi o discendi».

Condivisione in gruppo

Come abbiamo letto, la guarigione dal mal di gola operata da san Biagio è nella tradizione di quanto già operato da Gesù. La vita della chiesa, infatti, celebra e attualizza la memoria di Gesù nel tempo. Siamo noi cristiani che con le nostre azioni continuiamo la missione di Cristo. Ci sono situazioni che in noi “raccontano” l’opera di Gesù? Cerchiamo di prestarvi attenzione.

Preghiera al santo

Martire glorioso, S. Biagio, con l’esempio della tua vita cristiana

hai testimoniato l’amore fedele e totale per Gesù.

Proteggici dalle malattie della gola, per le quali è ammirabile la tua intercessione:

così che possiamo sempre cantare la gioia della nostra fede e della nostra speranza.

Rendi coraggiose le nostre parole e le nostre opere, quali profeti e testimoni della Parola del Vangelo. Amen.
 

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Il mio journal diario

Per la verifica di oggi proponiamo la tecnica del lettering, una forma artistica ed evoluta di scrittura in bella calligrafia. Per cominciare, serviranno a ciascuno dei fogli a quadretti, di cui uno da incollare sulla pagina del diario del giorno. Poi matita e gomma, pennarellini colorati a punta fine, dei pennarelli brush pen, ovvero con la punta a pennello. In primo luogo, si sceglie il font e la dimensione del carattere che si vuole ricreare. Poi su uno dei fogli quadrettati disponibili ci si allena a disegnare e decorare le lettere dell’alfabeto nel font scelto, minuscole o maiuscole a seconda della scelta. Il lettering è l’arte di disegnare le lettere dell’alfabeto, quindi non solo di scriverle in bella grafia, e occorre immaginare ciascuna lettera grande 2 volte quella tradizionale che scriveremmo. Ciò che contraddistingue scriverle con questo metodo è ilvariare lo spessore dei tratti con il brush pennarello: ad esempio nella A, la prima linea obliqua la si traccia sottile, la seconda obliqua la si traccia spessa ruotando di 20° o 45° gradi il pennarello, e poi spingendo con intensità diverse sui tratti, in modo da dare contrasto e un minimo di profondità. In matita si abbozzano prima i contorni doppi di tutte le lettere, così come da font scelto, e poi le si colora internamente, con i brush pennarelli, nei colori desiderati. Infine, si ripassano i contorni con i pennarelli a punta fine, di tono più scuro di quello utilizzato prima. Imparata la tecnica, ora si tratta di scrivere e decorare con essa al centro della pagina del Journal diario, in una parola o in un simbolo illustrato, quale lato del carattere dei ragazzi o aspetto emerso durante la giornata, essi ritengono di dover maggiormente “attenzionare” e automonitorare
 

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