Il risveglio della primavera. Cronache dal punto di vista del Fauno Tumnus

CRONACA DI UN PERSONAGGIO

TUMNUS 

Simpatico abitante di Narnia, dalle gambe e i cornini di capra e il busto umano, Tumnus è un esperto dissimulatore. La strega pensava di averlo ingaggiato affinché gli consegnasse eventuali estranei, soprattutto se umani, pervenuti nel regno, e invece lui ha un cuore tenero dalla parte degli abitanti di Narnia e soprattutto che non resiste al sorriso, alla dolcezza e alla bontà della piccola Lucy, da cui è conquistato. Al punto che la aiuta a fuggire e ritornare a casa prima che la strega, o meglio le spie che ha disseminato in tutto il regno, si accorgano della sua presenza. Forse temporeggia però un po’ troppo a far rientrare Lucy, per il piacere di ospitarla nella sua buffa tana piena di libri e di strane suppellettili. Infatti, alla fine qualcuno si accorge di loro e lo riferisce a Jadis, che ovviamente punirà Tumnus per il suo comportamento, trasformandolo in una statua di pietra. Almeno fino a quando Aslan non lo risveglierà, per sempre. 

La storia

Sento la pietra che si sgretola, sento di nuovo il vento sulla pelle, sento che posso pian piano muovermi e percepire suoni, odori, sapori… mi sto risvegliando, l’incantesimo di Jadis che mi ha reso pietra sta svanendo! Sto tornando alla vita. C’è solo un alito che può avermi scongelato: il soffio di Aslan. Ecco, lo vedo. Bellissimo, imponente, potente come tutti lo ricordiamo. I suoi occhi buoni e comprensivi non sono cambiati. Mi guardo in giro e vedo che tutto all’intorno si sta risvegliando. Il vento che canta, gli alberi che danzano, i fiori che brillano di colore, le roselline che ridono, i fiumi tonanti tornano a inondare la valle, i ciliegi profumano, il cielo è azzurro come mai e il sole, alto, splende caldo. La brezza mi muove la coda e muove i fili d’erba che ripopolano i prati. È proprio la magia del soffio di Aslan, è tornata la primavera. Un richiamo chiaro per tutte noi creature di Narnia. Aslan è tornato. Significa che è il tempo della battaglia. Il tempo di riprenderci la nostra terra e di sconfiggere la malvagia Jadis, tiranna che ha estinto quasi tutte le forme di vita e reso inanimata e fredda, morta, ogni cosa. L’arrivo della primavera porta energia, rivitalizza e con lei, al fianco di Aslan e dei 4 figli di Adamo ora riuniti, non temiamo più nulla. Siamo pieni di vigore e SPERANZA. Pronti a combattere per Narnia, pronti a combattere per la vita, pronti a dare la vita per gli amici. Per me, prima tra tutti, per la regina Lucy. Piccola quanto valorosa e di animo immenso. Se tutto questo è possibile è perché lei ha scoperto e creduto a questo regno, a tutti noi, alla notizia che Aslan ci avrebbe salvati. Lei che con la sua gioia di vivere e il suo amore autentico unisce i suoi fratelli, orienta al bene, si batte per tutte le creature viventi, anche la più insignificante ad occhio umano. E seppur buffa come tutti gli esemplari della sua specie, e non priva di difetti, lei per me è la più stupenda creatura mai esistita e le sarò fedele, fino alla morte. 

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INGRESSO NELL'ARMADIO

Attività mattutina di attivazione e di immersione nell’ambientazione. 
Ogni mattina i ragazzi hanno la possibilità di portare un po’ di primavera a Narnia, dove il paesaggio è, almeno i primi giorni, innevato, ibernato, spento. Ecco alcune proposte che possono essere attuate nelle varie giornate come apertura di giornata. 

La danza della primavera 

Ginnici e tonici si comincia la mattinata con un risveglio muscolare che ha il sapore della primavera. L’educatore ha scelto musiche strumentali di ambiente che richiamano i suoni della primavera, introduce mentre siamo in cerchio gesti e una piccola danza armonica da ripetere insieme, poi quando passa il soffio di Aslan a qualcuno nel cerchio, questi proseguirà per qualche secondo la sua speciale danza propiziatoria per sciogliere i ghiacci rimasti e celebrare la primavera ormai diffusa in tutto il regno. Per passare il turno, soffieremo delicatamente in direzione del compagno da coinvolgere, proprio come Aslan soffia sulle statue di pietra per riportarle alla vita. 

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LABORATORIO DI MAGIA

Nuova vita a Narnia 

Una vaschetta di plastica, stuzzicadenti lunghi per spiedini, lattine di resina liquida trasparente (in alternativa colla liquida trasparente) e tanti colori di smalto per unghie. Con questo laboratorio si avrà l’occasione di trasformare accessori e oggetti sbiaditi o invecchiati, meglio se di plastica, o di cui non si apprezza più il colore, in nuove colorazioni sgargianti. Si versa almeno 1 litro di resina nella vaschetta (o la colla); a seguire si aggiungono 10 ml di smalto di tutti i colori che si desidera mescolare. Con lo stuzzicadenti si mescolano i colori di smalto immersi nella resina in modo da creare le linee e i motivi decorativi più graditi. Poi, dotati di guanti, si immerge nella resina colorata l’accessorio a cui si vuoi dare “nuovo smalto” (la cover del cellulare, la borraccia, il cinturino dell’orologio, le mollette per i capelli, matita, astuccio, il braccialetto, il portachiavi…). Una volta asciugato avrà cambiato colore e sembrerà nuovo.  

Attività 6 

 Il mio regno 

Finalità: allenarsi a immaginare e visualizzare spazialmente le immagini mentali e a proiettare le conseguenze delle proprie azioni. 

Materiali: cartoncini o cartoni (1 per ogni ragazzo) e tanti lego. 

Spazio: all’aperto 

Durata: 40’ 

Svolgimento: a coppie si immagina di essere re e regine di Narnia e si racconta all’altro che tipi di regnanti si vorrebbe essere e come ciascuno immagina il proprio regno. L’altro componente della coppia è dotato di un cartoncino A4 spesso almeno 300g (o un lato di un cartone da imballo) e prova con i lego che ha a disposizione a rappresentare quanto l’amico racconta sul piano in dotazione. Una volta realizzati i plastici con i lego, i due compagni li osserveranno per dirsi quali elementi di speranza emergono per i sudditi del futuro regnante. 

 

Gioco 6 

 Dama in maschera  

Finalità: verificare quali contenuti della storia sono stati maggiormente ritenuti dai ragazzi. 

Materiali: gessi o cartoncini 40x40cm per base dama a grandezza umana; quiz sulla storia di Narnia; costumi e trucchi per personaggi. 

Spazio: all’aperto 

Durata: 90’ 

Svolgimento: viene preparata dagli educatori la base per il gioco da tavolo della dama a grandezza naturale: disegnandola con i gessi su una piazza asfaltata, oppure unendo tante tessere bianche e nere di cartoncino spesso della grandezza 40x40 cm. Si formano due squadre. Le squadre delle creature di Narnia guidate da Tumnus e la squadra di lupi della regina Jadis. I giocatori sono in numero pari alle pedine della dama, per entrambe le squadre ed ogni personaggio-pedina indosserà il costume del personaggio che interpreta, incluso adeguato trucco per viso e capelli. Tumnus e Jadis sono i portavoce delle due squadre e a loro vengono fatte dall’educatore delle domande quiz sulla storia Cronache e Magia. Se rispondono correttamente, danno diritto ad una pedina personaggio di spostarsi secondo le regole della dama, nella speranza che i giocatori riescano a fare il movimento migliore per vincere, potendosi consultare a voce anche con il resto della squadra. Se sbagliano o non sanno rispondere, cedono il turno agli avversari. Vince la squadra che “mangia”, secondo le regole della dama, più personaggi. 

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DAVANTI ALLA TENDA DI ASLAN

Celebrazione penitenziale 

Tutto il racconto delle Cronache di Narnia è un richiamo alla misericordia, all’amore che accoglie e perdona. È un perdono autentico, che cambia nel profondo chi si sente amato e accolto. La celebrazione penitenziale costituisce quindi un momento molto importante per l’esperienza che si sta vivendo in questi giorni. Accogliere la misericordia di Dio significa scoprire i segni che il Signore invia attraverso le persone e le situazioni di ogni giorno: il pentimento non è semplice compassione o rimorso, ma a conversione, cioè cambiamento di mentalità, è vivere una nuova esistenza.  

In questa celebrazione avverrà uno scambio: ognuno consegna a Gesù i propri peccati e lui purifica il cuore e lo rafforza contro il male. 

 

Canto iniziale: Vivere la vita 

 

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8, 40-56) 

Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, perché tutti erano in attesa di lui. Ed ecco, venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: si gettò ai piedi di Gesù e lo pregava di recarsi a casa sua, perché l'unica figlia che aveva, di circa dodici anni, stava per morire. Mentre Gesù vi si recava, le folle gli si accalcavano attorno. E una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, la quale, pur avendo speso tutti i suoi beni per i medici, non aveva potuto essere guarita da nessuno, gli si avvicinò da dietro, gli toccò il lembo del mantello e immediatamente l'emorragia si arrestò. Gesù disse: «Chi mi ha toccato?». Tutti negavano. Pietro allora disse: «Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia». Ma Gesù disse: «Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me». Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, tremante, venne e si gettò ai suoi piedi e dichiarò davanti a tutto il popolo per quale motivo l'aveva toccato e come era stata guarita all'istante. Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace!». Stava ancora parlando, quando arrivò uno dalla casa del capo della sinagoga e disse: «Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro». Ma Gesù, avendo udito, rispose: «Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata». Giunto alla casa, non permise a nessuno di entrare con lui, fuorché a Pietro, Giovanni e Giacomo e al padre e alla madre della fanciulla. Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: «Non piangete. Non è morta, ma dorme». Essi lo deridevano, sapendo bene che era morta; ma egli le prese la mano e disse ad alta voce: «Fanciulla, àlzati!». La vita ritornò in lei e si alzò all'istante. Egli ordinò di darle da mangiare. I genitori ne furono sbalorditi, ma egli ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto. 

 

Commento 

Tra tutti gli elementi che possiamo cogliere da questa parola ne scegliamo due. Anzitutto l’amore del padre per la sua figlioletta. E’ questo amore che lo spinge ad andare da Gesù, a vincere ogni timidezza o titubanza e rivolgersi a lui perché sa di poter essere esaudito. Qui non si tratta solo della guarigione della figlia ma del cuore del padre, della sua fede in Gesù che tutto può. La nostra umanità deve deporre l’orgoglio di poter fare da sé, di non aver bisogno di nessuno, di non dover rendere conto a nessuno. Il vero peccato, che poi è sempre quello di origine, è quello di pensare di fare a meno di Dio, di cavarsela da soli. Giaìro si “abbassa” per amore, per questo Gesù lo innalza. Il secondo elemento riguarda la donna che per guarire si accosta a Gesù: la sua fede “raccoglie” la potenza di Gesù, la forza dello Spirito Santo, della grazia che guarisce. Anche noi possiamo assorbire questa forza se con umiltà accogliamo la forza del Signore che è poi il suo amore. 

 

Esame di coscienza 

Ci sono condizioni che pongo di fronte al perdono? Oppure riconosco che, come il Signore perdona senza se e senza ma, nella totale gratuità, anch’io posso farlo? 

Non mi hanno invitato a una festa, una attività, un gioco. Perdono solo se… 

Mi hanno preso in giro. Perdono solo se… 

Hanno offeso i miei genitori o un mio amico/a. Perdono solo se… 

Mi hanno preso qualcosa di personale. Perdono solo se… 

 

IL PENTIMENTO 

Davanti a un Crocifisso viene deposto un contenitore (cesto), nel quale ognuno depone un biglietto dove ha scritto le proprie fatiche, debolezze più ricorrenti che lo hanno reso in qualche modo orgoglioso e arrogante. Se non riesce a scrivere nulla può gettare qualcosa di cui vuole liberarsi che ha con sé, segno del peso del male che appesantisce il proprio cammino. 

Intanto viene letto il salmo 50 

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nel tuo grande amore cancella il mio peccato. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. 

Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto; perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio.Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha generato mia madre. Ma tu vuoi la sincerità del cuore e nell’intimo mi insegni la sapienza. 

Purificami con issopo e sarò mondato; lavami e sarò più bianco della neve. Fammi sentire gioia e letizia; esulteranno le ossa che hai spezzato. Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe, Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Non respingermi dalla tua presenza e non privarmi del tuo Santo Spirito. Rendimi la gioia di essere salvato, sostiene in me un animo generoso. 

Insegnerò agli erranti le tue vie e i peccatori a te ritorneranno. Liberami dal sangue, Dio, mia salvezza, la mia lingua esalterà la tua giustizia. Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode, poiché non gradisci il sacrificio e se offro olocausti, non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato tu, o Dio, non disprezzi. 

Nel tuo amore fa grazia a Sion, rialza le mura di Gerusalemme. Allora gradirai i sacrifici prescritti, l’olocausto e l’intera oblazione, allora immoleranno vittime sopra il tuo altare. 

 

“Celebrazione individuale del perdono - ognuno può avvicinbarsi al sacerdote per la confessione personale.  

 

Simbolo: Fiore  

Impegno: esprimo un gesto di rinascita, di rinnovamento. Ad ogni persona viene consegnato un foglietto a forma di petalo sul quale scrivere un impegno concreto per rinnovare un aspetto della propria vita. Poi questi foglietti andranno a formare un grande fiore: ad un ad uno si pongono questi petali intorno al calice centrale per formare un grande fiore. È la Chiesa che rifiorisce in Cristo Gesù, che rinnova ogni cosa! 

 

Scambio della pace fra tutti i presenti. 

Padre Nostro 

 

Canto del Magnificat 

 

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