L’incoronazione dei nuovi re di Narnia. Cronache dal punto di vista di Aslan il leone.
CRONACA DI UN PERSONAGGIO
ASLAN
È il vero Re di Narnia, un grande leone dalla bella e folta criniera capace di far rinascere le statue di pietra con il suo soffio di vita. Lui è simbolo di colui che tutto può, che tutto comprende, che tutto salva, come annunciato nell’antica profezia del regno riportata sul libro delle Cronache di Narnia: "Il dolore sparirà quando Aslan comparirà; al digrignare dei suoi denti fuggon tutti i malviventi; quando romba il suo ruggito, gelo e inverno è ormai finito; se lui scuote la criniera, qui ritorna primavera”. Tanto imponente e capace di spaventare, quanto buono e generoso. Si offre alla Strega Bianca Jadis che tiene sotto scacco il regno, in cambio della vita di Edmund, prigioniero della strega per aver tradito i suoi fratelli cedendo alle sue lusinghe. Per lui nessuna vita può essere perduta, e tutti sono importanti, hanno diritto al perdono e hanno doni da mettere in campo e non sprecare.
La storia
Spesso le creature viventi mi chiedono perché non intervengo per impedire il male o fermare i malvagi. Ogni volta per un duro colpo assorbire questo rimprovero. Perché devo accettare che essi non mi vedono. Sono tante le forme e i modi che mi sono dati per stare accanto alle creature che amo. Ma non tutti sono ad esse visibili. E le leggi che regolano l’universo e che garantiscono a ciascuna esistenza la tutela della sua libertà sono oltre ogni forma di comprensione, perché se la mente delle creature le comprendesse le governerebbe. Avere il potere della grande magia è un onere e una pesante responsabilità prima che un onore. Esserne investiti, comporta sapersi rendere invisibili, sparire prima che i riflettori possano render gloria, e accettare il giogo della solitudine. Perché infinte sono le creature che per amore occorre lasciar libere di compiere le proprie scelte e vivere secondo le proprie risorse. Ma non sono tornato a Narnia per essere compreso o trovare consolazione, piuttosto perché il mio popolo aveva bisogno della mia presenza. Ed io non so resistere al loro grido. Ma anche perché era venuto il tempo di combattere al fianco dei futuri re di Narnia e di porre fine, con loro, definitivamente alla bramosia di male di Jadis. Lei, così esperta della “grande magia” ha dimenticato la legge elementare su cui essa di basa: “se un innocente viene immolato sulla tavola di pietra, la tavola si spezza e l’innocente torna alla vita”. Tanti regnanti passeranno su queste terre, ma loro 4, i figli di Adamo che ho scelto, non tramonteranno, e saranno re e regine per sempre, anche quando, diventati adulti, non sarà loro più concesso di tornare a Narnia. Perché Narnia si raggiunge solo fino a quando si sogna davvero. Lucy, la valorosa, Edmund, il saggio, Susan, la dolce sovrana, Peter il magnifico. Non uno, ma 4 fratelli, che solo uniti posseggono la potenza di un unico grande re. Nessuno di loro può regnare da solo, contando sulle proprie forze, ma solo insieme, completandosi gli uni gli altri, nella ricchezza della diversità dei loro talenti, foriera di vita e novità. Non saranno immuni da tentazioni, inganni, debolezze, non saranno privati dalla possibilità di compiere errori, ma se sapranno perdonarsi, comprendersi, amarsi, nulla sarà mai perduto, e tutto concorrerà a farli crescere in magnificenza. Ho molta FIDUCIA in loro, al punto da affidargli ciò che ho di più prezioso, le creature del mio regno. Nutro grande fiducia in particolare nella piccola Lucy, il cui animo puro so che non rinuncerà a prendersi cura di ogni creatura a lei affidata. I tempi sono maturi. Ora posso lasciare loro a custodire il mio popolo per lunghi anni. E se un giorno Narnia e i miei piccoli grandi re avranno di nuovo bisogno di me, saprò esserci, in nuove forme, in nuovi modi, pur conservando l’amore grande che ho nel mio cuore da leone, per tutte le creature meravigliose di questo magico regno. Anime fedeli e devote, senza il cui “sì” non esisterebbe nessun regno e nessuno tra noi potrebbe gloriarsi di farsi chiamare re. Ma nulla, nella storia, accade mai due volte allo stesso modo.
INGRESSO NELL'ARMADIO
Attività mattutina di attivazione e di immersione nell’ambientazione.
Ogni mattina i ragazzi hanno la possibilità di portare un po’ di primavera a Narnia, dove il paesaggio è, almeno i primi giorni, innevato, ibernato, spento. Ecco alcune proposte che possono essere attuate nelle varie giornate come apertura di giornata.
Il ricordo di Narnia
Siamo all’ultimo giorno di campo, quindi al momento in cui costruire un piccolo ricordo da donare agli altri compagni di campo e agli educatori, per conservare la memoria di Narnia, anche quando saremo talmente grandi da non entrare più nell’armadio e potervi tornare. Ciascuno riproduce il dono che avrebbe desiderato ricevere da Babbo Natale come re di Narnia. Se è riproducibile in forma tridimensionale ci prendiamo questa prima parte della mattinata per costruirlo. Oppure possiamo disegnarlo o stamparlo da dispositivo, apponendovi sul retro una dedica. Anche gli educatori creeranno il proprio. Una volta fatto, i doni vengono inseriti dentro il sacco di Babbo Natale. Al termine della Messa, ciascuno pescherà dal sacco il dono che porterà a casa.
LABORATORIO DI MAGIA
l tappeto del re Aslan
Vecchi tappeti a pelo corto o tessuti dismessi e scoloriti di cotone, lino, iuta, microfibra, asciugamani logori… fanno al caso nostro.
Poi servirà una paletta di plastica per raccogliere immondizia dal pavimento dall’impugnatura corta e tempere colorate. Nella paletta, già posizionati sopra il tappeto, si versano almeno 4 mezzi bicchieri di tempera densa allungata con una punta di acqua, di 4 colori diversi, in modo da creare una sequenza di colori che si mescolano relativamente. Poi partendo da un lato del tappeto e inclinando la paletta verso il tappeto in modo che la linea della paletta che serve per raccogliere le briciole aderisca al tappeto stesso, si fa scorrere lentamente la paletta all’indietro rimanendo aderenti al tessuto, e si fa così colare il colore sulle sue fibre. Come par magia, una striscia dopo l’altra, il tappeto cambierà completamente aspetto, rinnovandosi e diventando degno della tenda del re Aslan.
Attività 7
Il calco della fiducia
Finalità: apprendere e manipolare materiali artigianali; riflettere sulla fiducia ricevuta.
Materiali: gesso per calchi, stuzzicadenti lunghi, maschere neutre di plastica per inserire colata di gesso, bottigliette di plastica per acqua vuote, tagliate in corrispondenza del collo; tempere, pennelli, acrilici, stoviglie di plastica, pennarelli.
Spazio: all’aperto/al chiuso.
Durata: 60’
Svolgimento: ciascun ragazzo viene dotato di una colata di gesso morbido dentro la bottiglietta tagliata e di una maschera teatrale neutra. Fa colare il gesso nell'interno maschera e lo lascia asciugare. Nel frattempo, ripensa a quali episodi durante il campo lo hanno fatto sentire investito di fiducia. Prova a rappresentarli su un foglio sintetizzandoli in una frase, quasi fosse una sua massima o citazione sulla fiducia. Prima che il calco si asciughi del tutto, quando si è un po’ indurito, quindi, con lo stuzzicadenti incide sull’interno del calco la sua citazione. Il giorno successivo potrà decorare con le tempere, gli acrilici o i pennarelli il proprio calco della fiducia.
Gioco 7
Fiducia in cucina
Finalità: valorizzare e responsabilizzare i ragazzi.
Materiali: per ogni squadra utensili da cucina e ingredienti richiesti nella lista spesa.
Spazio: all’aperto/al chiuso.
Durata: 60’
Svolgimento: organizzati in squadre, proveranno a modificare una ricetta base data dall’educatore rigorosamente realizzata con ingredienti a freddo, senza bisogno di cotture. Ciascuna squadra di massimo 5 giocatori, riceverà anche gli utensili da cucina in dotazione per prepararla. Dopo averla definita e progettata ciascuna squadra consegna la lista della spesa all’educatore, il quale se gli ingredienti richiesti fossero troppi, studia alternative con la squadra stessa. Una commissione di educatori stellati assegnerà, poi, fiduciosa, le ricette delle squadre e consegnerà la coppa dello chef alla squadra che ha preparato la ricetta migliore.
DAVANTI ALLA TENDA DI ASLAN
Simbolo una CHIAVE
Impegno: aiutare chi mi sta vicino ad entrare in comunione con Gesù e i fratelli. Apro il mio cuore con la chiave dell’amicizia e della condivisione.
CELEBRAZIONE EUCARISTICA
La celebrazione dell’Eucaristia costituisce il punto finale del percorso vissuto ma allo stesso tempo rappresenta l’inizio di un cammino ricco di esperienze fatte. L’incontro con il risorto nell’eucaristia, nel pane donato, dona la forza e l’entusiasmo per portare a casa energia nuova. Forse la quotidianità appare difficile, le situazioni personali spesso sono problematiche… ma quanto abbiamo vissuto e raccontato non è una semplice storia: Gesù è presente e vivo e ci accompagna in ogni aspetto della nostra esistenza. Il leone Aslan rappresenta quindi questa fiducia che caratterizza l’essere cristiani.
Canto iniziale: Su ali d’aquila
Prima lettura
Abramo ascolta e accoglie la parola di Dio. Nonostante l’età e le difficoltà lascia ogni cosa, le proprie sicurezze e si lancia in una nuova situazione, certo solo della promessa di Dio.
Dal libro della Genesi (Gn 12, 1-4)
Il Signore disse ad Abram: «Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran.
Dal Salmo 39 (40)
Rit. In te Signore ho riposto la mia fiducia
Ho sperato: ho sperato nel Signore
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha tratto dalla fossa della morte. Rit.
I miei piedi ha stabilito sulla roccia,
ha reso sicuri i miei passi.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
lode al nostro Dio. Rit.
Molti vedranno e avranno timore e confideranno nel Signore.
Beato l'uomo che spera nel Signore
e non si mette dalla parte dei superbi,
né si volge a chi segue la menzogna. Rit.
Ho annunziato la tua giustizia nella grande assemblea;
vedi, non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai.
Non ho nascosto la tua giustizia in fondo al cuore,
la tua fedeltà e la tua salvezza ho proclamato. Rit.
Canto al Vangelo
Alleluia
Grandi cose ha fatto l’onnipotente: ha fatto udire i sordi e parlare i muti.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5, 17-26)
Un giorno stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire «Ti sono perdonati i tuoi peccati», oppure dire «Alzati e cammina»? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te - disse al paralitico -: alzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».
Traccia di riflessione: il paralitico è presentato a Gesù grazie alla fede di chi lo sostiene, alla loro genialità e perseveranza. Neppure il tetto diviene un ostacolo! La fiducia consiste anzitutto nella capacità di non darsi per vinti, di insistere anche di fronte alle situazioni che appaiono impossibili da superare. Poi, una volta oltrepassato l’ostacolo, ecco l’umiltà di presentarsi davanti a Gesù così come si è, con i propri limiti, le proprie “paralisi” che impediscono di muoversi in libertà. Ma ancora una volta, grazie alla fede di chi ci accompagna è possibile essere “guariti”. Questa è la forza della comunità cristiana: a volte ci sono situazioni da dove è possibile uscirne solo con l’aiuto degli altri! La storia delle Cronache di Narnia di mostra appunto la forza del gruppo, della comunità che permette di superare le debolezze, i limiti di ciascuno, e riportare alla vita un intero regno che era stato “paralizzato” dal male.
Preghiera dei fedeli
Al Dio della vita rivolgiamo le nostre preghiere, certi di essere ascoltati: il suo amore per noi supera ogni nostro errore. Con fiducia lo preghiamo: ascoltaci Signore.
- Per tutta la Chiesa perché sia testimone dell’amore di Dio. Preghiamo.
- Per Papa Francesco: il tuo Spirito sia sempre su di lui e lo renda instancabile annunciatore e testimone della tua bontà misericordiosa. Preghiamo.
- Per tutti noi, perché siamo sempre e in ogni luogo testimoni credibili di quell’amore che è più forte dell’odio e di ogni divisione. Preghiamo.
- Perché nella forza che ha fatto risorgere Gesù dai morti anche i sofferenti, gli ammalati, gli sfiduciati trovino sostegno nella loro lotta di ogni giorno. Preghiamo.
- Per le nostre famiglie: siano un luogo di dialogo, di serenità e di pace: Preghiamo.
Visita o Padre la nostra casa, anche là dove è ferita da inimicizia, egoismo e violenza; suscita in ogni cuore il desiderio della pace e la cura del creato, nostra casa comune. Te lo chiediamo per Cristo, nostro Signore
Canto di offertorio: Servo per amore
Preghiera dopo la comunione (di Carlo de Foucauld)
Padre mio,
io mi abbandono a te,
fa di me ciò che ti piace.
Qualunque cosa tu faccia di me
Ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto.
La tua volontà si compia in me, in tutte le tue creature.
Non desidero altro, mio Dio.
Affido l'anima mia alle tue mani
Te la dono mio Dio, con tutto l'amore del mio cuore perché ti amo,
ed è un bisogno del mio amore di donarmi
di pormi nelle tue mani senza riserve
con infinita fiducia
perché Tu sei mio Padre.
Gesto: ad ogni partecipante viene consegnata una piccola chiave. È un segno: indica la possibilità di aprire ogni porta che, a volte, pensiamo essere chiusa, ovvero le situazioni che sembra impossibile superare. Portiamo a casa con noi questa chiave, perché ci rimanga la certezza di poter superare ogni difficoltà.
Canto finale: Grandi cose