Il tuo preferito

Ogni famiglia si fa in quattro per avere attenzioni verso i membri più fragili: il bambino che nasce, il figlio malato, chi deve compiere delle scelte, chi perde il lavoro, chi rallenta sotto il peso degli anni. Più comunemente diciamo nel proverbio che “l’amico si vede nel momento del bisogno”. L’attenzione e la cura dei più poveri, dei più sofferenti, dei più bisognosi è esperienza di incontro con Gesù stesso. Solo quella carità che Lui ha vissuto in ogni incontro (sanando, guarendo, accogliendo, perdonando…) può essere il motore e l’anima di ogni comunità cristiana.

Obiettivo

Scoprire, attraverso il sacramento dell’unzione degli, la carità della comunità che si traduce in cura, in attenzione all’altro, specie nelle situazioni di maggior bisogno

Lancio del tema

Videohttps://www.youtube.com/watch?v=9WL_g0pWnd0

Perché? Questo video è uno spot che gira su internet da qualche tempo. Ci invita ad affrontare la vita usando uno sguardo nuovo, ci invita a sviluppare attenzione verso l’Altro. Come suggerisce il commento “Non importa se sei grande o piccolo, povero o ricco, giovane o vecchio: tu sei importante perché puoi regalare gesti d'amore. E questi, uniti a quelli di tanti altri cambieranno la faccia della terra”

Canzone: Se non ami, Nek 

testo

Storia

Per quanto riguarda l’olio, Elio non ha dubbi.

Si resta in Italia, dove l’olio raggiunge vette di eccellenza insuperabili.

Certo, lui vuole il top del top, perché il suo piatto deve essere il più grande dolce di tutti i tempi.

Ha scelto: deve assolutamente recuperare un olio prodotto da olive coltivate a Brisighella, in provincia di Ravenna. Un breve viaggio che gli permette di recuperare un po’ della stanchezza che ha accumulato girando il resto del mondo.

A Brisighella va a visitare la fattoria di Arcidemio Cavatorta, produttore di un raffinatissimo olio di olive orfanelle.

Arcidemio lo riceve bonariamente: è un uomo solido e si capisce che è un grande lavoratore, un uomo concreto, senza tanti giri di parole: ha sul volto quello strano sorriso storto di chi è compiaciuto del suo lavoro.

Il Cavatorta si scioglie solo quando parla delle sue piante: “In Emilia Romagna, la presenza della pianta di olivo, nel territorio delle prime colline a ridosso della costa adriatica romagnola, ha radici molto lontane, che sembrano risalire all’età villanoviana. L’affermarsi della coltura è stato favorito nei secoli dal clima locale, che è più temperato rispetto ai territori più a nord della Romagna, dove il clima è più rigido e tipicamente padano. La zona di Brisighella rappresenta un’eccezione settentrionale della coltivazione dell’ulivo. È un'olivicoltura da olio caratterizzata da prodotti di alto livello qualitativo; la presenza sul territorio di specie autoctone garantisce la produzione di oli ad elevato valore nutrizionale ed organolettico. La produzione brisighellese è caratterizzata da profumo intenso, colore verde smeraldo e sapore molto caratteristico che lascia in bocca una piacevole sensazione amarognola e piccante. Lo si ottiene dalla molitura di olive locali, raccolte direttamente dall'albero entro la data del 20 dicembre di ogni anno.

Le caratteristiche dei terreni ne condizionano quasi sempre l’aroma e il gusto, che ricordano il frutto dell’oliva non completamente matura e appena franta. Ma non servono poi tante parole o analisi scientifiche, sai?

Basta assaggiarlo! Prendi.”

E porge ad Elio un pezzo di pane su cui versa un copioso filo d’olio.

Elio ne è conquistato immediatamente e il suo volto deliziato strappa una bella risata al serioso Arcidemio.

Per quanto riguarda l’olio, Elio non ha dubbi.

Si resta in Italia, dove l’olio raggiunge vette di eccellenza insuperabili.

Certo, lui vuole il top del top, perché il suo piatto deve essere il più grande dolce di tutti i tempi.

Ha scelto: deve assolutamente recuperare un olio prodotto da olive coltivate a Brisighella, in provincia di Ravenna. Un breve viaggio che gli permette di recuperare un po’ della stanchezza che ha accumulato girando il resto del mondo.

A Brisighella va a visitare la fattoria di Arcidemio Cavatorta, produttore di un raffinatissimo olio di olive orfanelle.

Arcidemio lo riceve bonariamente: è un uomo solido e si capisce che è un grande lavoratore, un uomo concreto, senza tanti giri di parole: ha sul volto quello strano sorriso storto di chi è compiaciuto del suo lavoro.

Il Cavatorta si scioglie solo quando parla delle sue piante: “In Emilia Romagna, la presenza della pianta di olivo, nel territorio delle prime colline a ridosso della costa adriatica romagnola, ha radici molto lontane, che sembrano risalire all’età villanoviana. L’affermarsi della coltura è stato favorito nei secoli dal clima locale, che è più temperato rispetto ai territori più a nord della Romagna, dove il clima è più rigido e tipicamente padano. La zona di Brisighella rappresenta un’eccezione settentrionale della coltivazione dell’ulivo. È un'olivicoltura da olio caratterizzata da prodotti di alto livello qualitativo; la presenza sul territorio di specie autoctone garantisce la produzione di oli ad elevato valore nutrizionale ed organolettico. La produzione brisighellese è caratterizzata da profumo intenso, colore verde smeraldo e sapore molto caratteristico che lascia in bocca una piacevole sensazione amarognola e piccante. Lo si ottiene dalla molitura di olive locali, raccolte direttamente dall'albero entro la data del 20 dicembre di ogni anno.

Le caratteristiche dei terreni ne condizionano quasi sempre l’aroma e il gusto, che ricordano il frutto dell’oliva non completamente matura e appena franta. Ma non servono poi tante parole o analisi scientifiche, sai?

Basta assaggiarlo! Prendi.”

E porge ad Elio un pezzo di pane su cui versa un copioso filo d’olio.

Elio ne è conquistato immediatamente e il suo volto deliziato strappa una bella risata al serioso Arcidemio.

Ingrediente

L'olio di oliva è un olio alimentare estratto dalle olive, ovvero i frutti dell'olivo (Olea europaea). Si ricava dalla spremitura meccanica delle olive. Prodotto originario della tradizione agroalimentare del Mediterraneo, l'olio di oliva è prodotto anche nelle altre regioni a clima mediterraneo.

Le olive sono tradizionalmente raccolte (in alcune regioni) battendo i rami con bastoni flessibili, in modo da provocare il distacco dei frutti che, dopo essere caduti su apposite reti, vengono poi raccolti. Una tecnica più moderna prevede l'utilizzo di abbacchiatori meccanici che scuotono i rami, ma con un maggiore danno per la pianta, e provocano la caduta delle olive su una rete predisposta a terra che permette poi di raccoglierle più rapidamente e con minore fatica.

La raccolta a mano con appositi pettini e sacche a tracolla (metodo lungo ma con la possibilità di scegliere i frutti) su lunghe scale a pioli di legno, è ancora praticata in molte zone di Italia. Questa tecnica è sicuramente la più dispendiosa, ma consente tuttavia di raccogliere frutti integri e al giusto grado di maturazione. È ancora preferibile per le olive da conserva, ma rappresenta il primo degli elementi fondamentali per ottenere un olio extra vergine di oliva fragrante e privo di odori sgradevoli.

L'olio di oliva è utilizzato soprattutto in cucina, principalmente nelle varietà extravergine e vergine, per condire insalate, insaporire vari alimenti, conservare verdure in barattolo. Il suo elevato punto di fumo lo rende molto adatto per le fritture.

Il sapore dell'olio può variare molto a seconda delle varietà di olive da cui è prodotto, luogo di produzione, grado di maturazione, modalità di raccolta del frutto eccetera.

L’origine dell’olio d’oliva resta un mistero. Le prime prove di olive coltivate risalgono ad oltre 6.000 anni fa in Medio Oriente: qui, inizialmente, l’olio di oliva veniva utilizzato come unguento per la pelle, olio per lampade o anche assunto come medicinale.

Successivamente, intorno al 3500 a.C., si ebbero i primi segni di coltivazione dell’olivo anche in zone non adatte dal punto di vista climatico, segno evidente degli sforzi compiuti per diffondere la coltivazione di questo frutto.

Nel 2500 a.C. il codice babilonese di Hammurabi regolava la produzione e il commercio dell’olio di oliva, mentre in Egitto, già prima dell’inizio della XIX dinastia (1300 a.C.), i rami dell’olivo adornavano le tombe dei faraoni.

Successivamente, grazie ai greci, la coltivazione dell’olivo iniziò a diffondersi nel bacino del Mediterraneo. A dimostrazione dell’importanza della pianta di olivo, essa è presente in numerose leggende greche. I Greci narrano, infatti, che il primo olivo fu fatto spuntare sull’Acropoli dalla dea Atena durante la contesa con il dio Poseidone per il predominio della regione dell’Attica; Zeus decretò il dono di Atena come il più utile agli ateniesi, per il suo utilizzo nella preparazione dei cibi, nella cura della persona e come fonte di luce. Ed ancora: Apollo nacque sotto una pianta di olivo, mentre suo figlio Aristeo, dopo aver appreso dalle ninfe come innestare l’olivo selvatico per avere un raccolto abbondante, insegnò agli uomini a frangere le olive per ricavarne l’olio.

Ma è con il dominio di Roma nel Mediterraneo che si assistette all’epoca di maggior sviluppo della coltivazione dell’olivo: i romani diffusero la pianta in tutti i territori conquistati ed addirittura imposero il pagamento dei tributi sotto forma di olio di oliva. Grazie ai romani, il processo di coltivazione, estrazione e conservazione dell’olio migliorò, e la diffusione del prodotto arrivò fino ai territori del nord Europa. Sempre i romani iniziarono a suddividere le tipologie di olio in funzione del momento della spremitura. Si identificarono così cinque qualità di olio: “oleum ex albis ulivis”, dalla spremitura di olive verdi; “oleum viride”, da olive raccolte ad uno stadio più avanzato di maturazione; “oleum maturum”, da olive mature; “oleum caducum”, da olive cadute a terra e “oleum cibarium”, ricavato da olive quasi passite.

L’olio è presente anche nella mitologia romana, la quale attribuisce a Ercole l’introduzione dell’olivo dal Nord Africa. La dea Minerva avrebbe poi insegnato l’arte della coltivazione e dell’estrazione dell’olio agli uomini.

Nel Medioevo l’agricoltura aveva una funzione di sostentamento più che commerciale, e per questo motivo i terreni migliori venivano recuperati per produrre cereali di base. In questo periodo si preferiva un uso alimentare di grassi animali (vista la loro maggiore conservabilità) più che di olio. Erano principalmente gli ordini religiosi a possedere la maggior parte degli olivi; l’olio, infatti, veniva diffusamente utilizzato per le funzioni liturgiche.

Fu solamente intorno al 1100 d.C. che gli oliveti ricominciano a fiorire in Italia, anche grazie alla borghesia commerciale che scoprì nel commercio dell’olio una fonte importante di guadagno.

Durante il Trecento si delineano due scuole di pensiero riguardo ai condimenti. Da una parte, le popolazioni del nord Europa affermano il primato dei grassi animali, mentre nel sud, specialmente in Italia, l’olio diventa il condimento naturale per ogni tipo di preparazione.

Nel 1400 l’Italia era il maggior produttore di olio d’oliva nel mondo, ed offriva uno straordinario olio che abbelliva le tavole del Rinascimento in tutta Europa.

Il prodotto italiano per eccellenza continuò sempre più a farsi conoscere, e fu proprio a metà del Settecento che la Toscana definì la sua vocazione olivicola, estendendo al massimo la coltivazione dell’olivo. Nello stesso periodo, missionari francescani portarono i primi alberi di oliva nel Nuovo Mondo; cento anni dopo, l’olio d’oliva fece il suo debutto commerciale in America grazie agli immigrati italiani e greci che iniziarono a chiederne l’importazione dall’Europa.

Il XXI secolo decretò il successo della dieta mediterranea e la conseguente rivalutazione della valenza nutrizionale di uno dei suoi elementi cardine, l’olio di oliva.

L’olio di oliva è così diventato uno dei prodotti alimentari più graditi al mondo.

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Percorso Sacramenti

Brano biblico | Commento | Preghiera | Attività | Per riflettere | Scheda adolescenti

Unzione degli infermi

BRANO BIBLICO

Il buon samaritano (Lc 10, 30-37)

Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.  Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso».

COMMENTO

Come il buon samaritano, Gesù tante volte si è fatto prossimo di persone sofferenti e malate, portando loro ristoro e guarigione. Ancora oggi Gesù attraverso i samaritani del nostro tempo si inginocchia ai piedi dell’uomo per alleviare ferite e solitudini. Ancora oggi, attraverso il Suo Spirito, agisce perché l’uomo non sia solo e senta la presenza di Dio anche nei momenti più delicati e dolorosi della vita.

 

PREGHIERA

Signore Gesù
qualche volta ci sentiamo soli, feriti e a pezzi,
incapaci di rimetterci in piedi,
donaci di riconoscere il tuo volto
in chi ci dà aiuto e consolazione.
Altre volte ci accade di essere come dei briganti,
lasciando desolazione e ferite,
dopo il nostro passaggio
segnato da parole più taglienti di lame.
Sia il tuo perdono a trasformaci in buoni samaritani.
Rendici capaci di ungere le ferite di chi soffre
e di saper trovare e accogliere la compassione,
quando ci troviamo nel dolore.

 

ATTIVITA’: HopeN

Per terra si delineano due grandi cerchi che possono contenere tutti i ragazzi e che si intersecano. I due cerchi sono l’INIZIO e la FINE.

Vengono presentate situazioni, immagini, musiche in cui i ragazzi devono indicare se per loro si tratta di un inizio o di una fine, spostandosi da un cerchio all’altro.

Gesto: unzione delle mani

OBIETTIVO: Scoprire il significato dell’unzione degli infermi

MATERIALE: Immagini “inizio –fine”

 

PER RIFLETTERE

  • Come vivi l’esperienza della malattia e cosa desideri in quel momento?
  • Dalla sofferenza può nascere qualcosa di positivo?
  • Racconta una situazione in cui da una fine hai sperimentato un nuovo inizio.
  • Quando la fede ti ha risollevato?

 

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Percorso Comunità

Brano biblico | Commento | Preghiera | Attività | Per riflettere | Scheda adolescenti

Comunità

BRANO BIBLICO

1Cor 13, 1-13

Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.
E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.

La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d'orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 11Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.

Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!

COMMENTO

S. Paolo ci invita a riconoscere che la nostra grandezza sta nella carità, non nel compiere chissà quali opere straordinarie e fuori dal comune. Ben venga la conoscenza di molte lingue, ben venga la capacità di essere profeti, ben venga la fede che trasporta le montagne, ben venga il dono di tutti i beni… ma se non avessi la carità tutto il resto servirebbe a nulla. Tutto scomparirà, come la buccia o la scorza di un frutto. A dar polpa alla nostra vita cristiana è la carità, l’agape, l’amore oblativo, cioè unico, fedele: è l’amore di Dio per l’uomo.

 

PREGHIERA

Ciò che ritroveremo un giorno (rivista “Il Carmelo e le missioni)

Un giorno ci nutrirà
solo il pane che abbiamo dato da mangiare;
ci disseterà
solo l'acqua che abbiamo dato da bere;
ci vestirà
solo il vestito che abbiamo donato;
ci rallegrerà
solo il pellegrino che abbiamo ospitato.
Ci consolerà
solo la parola che abbiamo detto per confortare;
ci guarderà
solo l'ammalato che abbiamo assistito;
ci visiterà
solo il prigioniero che abbiamo visitato.
Abbiamo studiate molte parole d'Amore,
abbiamo coniate molte parole d'Amore.
Confortaci e, se necessario,
scuotici, o Signore:
non ci accada che,
partiti infine dal mondo,
lasciamo non attuate
troppe parole d'Amore.

 

ATTIVITA’: IN... BOCCA

Preparazione materiale: Bisogna legare i cucchiai ai bastoni usando uno scotch.

I ragazzi sono disposti in cerchio abbastanza largo, al centro ci sarà la ciotola. Ogni partecipante  deve tenere in mano la forchetta usando una mano e tenendola per l’estremità del bastone (non prendendola nel mezzo…). Lo scopo è di riuscire a mangiare più bocconi. L’idea che si dovrebbe sviluppare è che ogni ragazzo per mangiare dovrebbe imboccare quello di fronte.

Materiale: Bastoni lunghi, cucchiai e ciotola con all’interno del cibo. (cereali, marmellata..)

                         

PER RIFLETTERE

  • L’olio balsamico, cura le ferite, quello d’oliva condisce i piatti... che tipo di olio sei?
  • Riesci ad accorgerti se qualcuno accanto a te sta affrontando dei momenti di difficoltà? Come provi ad aiutarlo?
  • Cerchi di essere disponibile per chi ha bisogno?
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