C'è posto per tutti

Molto spesso la diversità è elemento di ostacolo, di crisi, di rottura. Eppure è la caratteristica che contraddistingue tutto. Niente è uguale, tutto è diverso. Forse è proprio questa constatazione, questa ovvietà quotidiana, a chiederci di riconoscere la diversità come ricchezza. Possiamo avere gusti uguali, avere gli stessi hobby, le stesse passioni… ma siamo diversi! Questa evidenza dell’esperienza quotidiana non può che ripetersi tale e quale nell’esperienza ecclesiale.

«L'universalità della Chiesa, da una parte, comporta la più solida unità e, dall'altra, una pluralità e una diversificazione, che non ostacolano l'unità, ma le conferiscono invece il carattere di "comunione"». Con queste parole di Giovanni Paolo II, inizia la quarta parte (nn. 15-16) della Lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede ai Vescovi su alcuni aspetti della Chiesa intesa come comunione. La pluralità e diversificazione, che conferiscono all'unità il carattere di comunione, vengono riferite dalla Lettera «sia alla diversità di ministeri, carismi, forme di vita e di apostolato all'interno di ogni Chiesa particolare, sia alla diversità di tradizioni liturgiche e culturali tra le diverse Chiese particolari» (n. 15). Il matrimonio, dove due diversi diventano una cosa sola, è il paradigma di questa unità delle diversità.

Oggi vogliamo fermarci a riconoscere che le diversità non sono un ostacolo, bensì una ricchezza. Ciò che io non ho e non sono posso scoprirlo nell’altro, rimanerne stupito e arricchito

Obiettivo

Riconoscere il matrimonio come sacramento e scoprire che la diversità è una risorsa per costruire relazioni significative e ricche.

Lancio del tema

FILM: "Sapori e dissapori" di Scott Hicks.

TRAILER : https://www.youtube.com/watch?v=KWpdlwjDeYQ

TRAMA: Kate Armstrong è una rinomata chef si occupa della cucina di un ristorante alla moda di Manhattan. La natura perfezionista di Kate è messa alla prova quando 'eredita' una nipotina di 9 anni, Zoe e nel frattempo è impegnata a litigare con il nuovo sottocuoco che è entrato nello staff. Energico e indipendente, Nick Palmer non potrebbe essere più diverso da Kate, eppure l'alchimia tra di loro è innegabile. La rivalità diventa amore, ma Kate deve imparare a esprimersi oltre i confini della sua cucina se vuole creare una relazione con Zoe e trovare la felicità con Nick.

Perché?  

I personaggi che si incontrano in questo film sono uno l’opposto dell’altro, ma cucinando insieme e conoscendosi troveranno che le loro differenze sono una ricchezza su cu basare la loro unione.

Canzone: Ti sposerò, Jovanotti

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Storia

Fratello Lukas Müller ha scelto di raccogliere la tradizione della produzione del lievito di birra dall’antica abilità della fabbricazione della birra del monastero di San Gallo, in Svizzera.

Proprio il tipo di esperienza che serve alle raffinate esigenze di Elio, che almeno stavolta se la può cavare con poche centinaia di km di viaggio.

Lukas lo attende con lieta impazienza: “Benvenuto, carissimo Elio. So perché sei qui!"

Il lievito di San Gallo è frutto di una tecnica di lavoro artigianale consolidata da secoli e legata alla storia ed alla tradizione locale di tutte le produzioni di panetteria, pizzeria ed arte bianca più in generale che, se correttamente seguita, consente di ottenere prodotti di elevata qualità e salubri.

Il passaggio decisivo per la produzione della birra “moderna” fu proprio la scoperta del lievito, quello che potremmo definire il vero birraio, poiché è il vero responsabile della produzione della birra. Molti personaggi contribuirono a questa scoperta, ma solo il danese Emil Chiristian Hansen riuscì ad isolare una singola cellula di lievito e questo permise ai birrai di esercitare un controllo definitivo sulle birre da loro prodotte.

Le prime testimonianze sulla birra risalgono addirittura ai Sumeri, anche se, per essere precisi, non si potrebbe neanche parlare di birra come viene conosciuta ai giorni nostri, poiché non esistevano molte tecniche di lavorazione e di conservazione; quel che è certo è che un bel giorno qualcuno si accorse che un cereale messo in acqua e fatto macerare produceva qualcosa di buono! In molti casi si sente parlare di “pane liquido” per riferirsi alla birra proprio perché per molte popolazioni la birra rappresentava una forma di sostentamento per le fatiche giornaliere e a seconda del posto occupato nella società ne veniva riconosciuta una ben precisa quantità.

Un'altra caratteristica che lega la birra al pane la si trova nel fatto che, per agevolare la fermentazione, venivano preparati apposta dei pani che opportunamente sminuzzati e mischiati con acqua venivano aggrediti da lieviti selvaggi e fermentavano. Quella che chiamano anche pasta madre! Da qui nasce la nostra esperienza con i lieviti.

Nel medioevo erano molte le abbazie che si cimentavano nella produzione della birra ottenendo risultati eccellenti, e l’abbazia benedettina svizzera di San Gallo possedeva malterie, un mulino e locali di fabbricazione contenenti ciascuno una grande caldaia di rame riscaldata dal fuoco, un apparato di raffreddamento e un tino per la fermentazione. I nostri monaci riuscirono ad ottenere più mosti dalla stessa produzione e di conseguenza tre diversi tipi di birra da utilizzare in occasioni ben precise, e ancor oggi viene utilizzata la medesima terminologia per definire birre con diverse caratteristiche. La prima produzione, chiamata melior, era ricavata dal primo mosto estratto, ricco di zucchero e destrine: questa birra forte e complessa era riservata ai monaci e agli ospiti di riguardo. La seconda, chiamata secunda, una vera e propria birra da tavola, era ricavata dalla diluizione con acqua e successiva filtrazione del malto utilizzato per la cottura; questa birra ancora abbastanza ricca, era utilizzata per un consumo più leggero (e abbondante) dei monaci e degli altri fratelli laici presenti nell'abbazia. La terza birra, la tertia, meno pregiata e più povera di sostanza, prodotta con l’ultima diluizione del malto di cottura, veniva offerta ai pellegrini e ai viaggiatori di passaggio”.

“Certo che fratello Lukas è un abile oratore”, pensava Elio. “Lo ascolterei per ore perché è molto colto e dice cose interessanti… se solo non dovessi sbrigarmi a cercare gli altri ingredienti che mi mancano, passerei qui l’intera giornata… beh, visto che il viaggio di oggi è stato breve, mi concederò ancora un po’ di tempo” e riprese ad ascoltare l’erudito frate, sorseggiando il generoso boccale di birra artigianale che gli aveva versato.

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Ingrediente

Il lievito Saccharomyces cerevisiae è un organismo unicellulare, di forma ovale o ellittica e diametro di 5-10 micrometri, e appartiene al regno dei funghi. È il microrganismo responsabile del tipo più comune di fermentazione. I prodotti terminali del metabolismo sono sostanzialmente il biossido di carbonio e l'etanolo. È il lievito principale della fermentazione alcolica in vino e birra. Il lievito fresco è generalmente aggiunto all'impasto, in una quantità compresa tra 0.1 - 4.0% sulla quantità di farina utilizzata. La percentuale è in funzione del metodo di lavoro adottato e dal tempo di fermentazione/maturazione della massa prima dell'infornamento.

È probabilmente il lievito più importante nell'ambito dell'alimentazione umana e il suo utilizzo è noto fin dall'antichità per la panificazione e la produzione di birra e vino. Si pensa che sia stato isolato per la prima volta dalla superficie di acini d'uva; è presente infatti nella pruina.

Il lievito naturale, chiamato anche lievito acido, pasta acida e lievito madre o pasta madre, è un impasto di farina e acqua acidificato da un complesso di lieviti e batteri lattici che sono in grado di avviare la fermentazione. A differenza del lievito di birra, il lievito naturale comprende, tra i lieviti, diverse specie di batteri lattici del genere Lactobacillus. La fermentazione dei batteri lattici produce acidi organici e consente inoltre una maggiore crescita del prodotto e una maggiore digeribilità e conservabilità. Una volta ottenuta, la pasta madre viene tenuta in vita e riprodotta per mezzo di successivi rinfreschi, cioè impasti periodici con determinate quantità di farina fresca e acqua. I microorganismi che la compongono, infatti, devono essere costantemente nutriti e posti in condizione di riprodursi. La maniera più semplice per tenere in vita la pasta madre è di usarla per fare il pane, separandone una piccola parte prima di aggiungerci il sale.

Prima della selezione del lievito di birra, oggi più comune in panificazione, nei paesi la pasta madre veniva conservata gelosamente dalla fornaia che la ridistribuiva alle famiglie che settimanalmente facevano il pane in casa.

I Saccharomyces cerevisiae del lievito di birra agiscono solamente per mezzo della fermentazione alcolica, con produzione di alcol e anidride carbonica, mentre la coltura simbiotica di lieviti e lattobacilli della pasta madre porta anche ad una fermentazione lattica con conseguente produzione di acido lattico e a volte di acido acetico.

L'anidride carbonica prodotta induce la formazione delle caratteristiche "bolle" che caratterizzano l'alveolatura del pane. In questa fase, l'etanolo prodotto durante la fermentazione evapora.

Attualmente riscoperto dai panificatori alla ricerca di sapori tradizionali, l'utilizzo di lievito naturale è indispensabile nella preparazione di dolci come panettone, colomba pasquale, pandoro, ecc.

A differenza del lievito di birra, la lievitazione acida è molto più lenta e richiede una lavorazione più complessa. Lo svantaggio maggiore dell'utilizzo del lievito naturale a livello industriale è costituito dalla difficoltà di gestione e dai lunghi tempi di lievitazione richiesti. Di contro però, numerose proprietà positive sono riconosciute alla lievitazione naturale: a causa dei tempi di lavorazione più lunghi, gli enzimi che partecipano al processo di lievitazione lo rendono più sano e digeribile. Il pane prodotto con la pasta madre, inoltre, si conserva più a lungo rispetto a quello ottenuto col lievito di birra.

 

Percorso Sacramenti

Brano biblico | Commento | Preghiera | Attività | Per riflettere | Scheda adolescenti

Matrimonio

BRANO BIBLICO

Il lievito nella pasta (Mt 13,33)

Disse loro un'altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito che una donna prende e nasconde in tre misure di farina, finché la pasta sia tutta lievitata».

COMMENTO

Ancora una volta Gesù indica che il Regno dei Cieli è qualcosa di poco visibile, di nascosto ma che opera grandi trasformazioni, come il lievito che, unito ad un po’ d’acqua e farina attraverso il lavoro di una donna, permette alla pasta di crescere abbondantemente. Così agisce l’amore che lega due sposi, consentendo alla famiglia di crescere e restare unita, pur nelle difficoltà della vita.

 

PREGHIERA

Signore Gesù,
che sei cresciuto in una famiglia,
ma per il tuo amore hai voluto che la tua famiglia si allargasse al mondo,
proteggi le nostre famiglie
e consentici di saper portare consolazione dove c’è solitudine,
di saper accogliere chi è rifiutato,
di lasciare che il lievito dell’Amore ci porti a vivere concretamente
la nostra fratellanza con l’umanità.

 

ATTIVITA’:  Andiamo a nozze

Attività di role playing, in cui ad ogni ragazzo viene assegnato un ruolo diverso.

Protagonisti del gioco sono un ragazzo e una ragazza che sono fidanzati e decidono di sposarsi; alla domanda di matrimonio seguono i preparativi.

I due futuri sposi avranno a disposizione un budget e dovranno organizzare il loro matrimonio scegliendo tra proposte diverse:

  • casa d’origine con i genitori e/o familiari
  • Chiesa/Casa parrocchiale con il sacerdote
  • Comune
  • Ristorante
  • Agenzia Viaggi
  • Agenzia Immobiliare
  • Lista nozze
  • Fiorista

Segue una riflessione sulle strategie usate dai ragazzi, ad esempio: a chi si sono rivolti per primo, quante risorse hanno destinato alle diverse necessità, quali sono gli aspetti ritenuti più importanti.

OBIETTIVO: riflettere sul valore del matrimonio come sacramento

MATERIALE: fac-simile carta di credito da cui vengono scalati gli “acquisti”; cartellini con diverse proposte tra cui scegliere

 

PER RIFLETTERE

  • Quali sono gli elementi che rendono difficile la scelta del matrimonio?
  • Quali sono le motivazioni che portano due fidanzati a sposarsi in Chiesa?
  • Credi che il matrimonio sia per sempre?
  • Qual è la cosa più bella che vedi nella vita matrimoniale da custodire?
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Percorso Comunità

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Unità nella diversità

BRANO BIBLICO

Rm 12, 3-8

Per la grazia che mi è stata data, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto conviene, ma valutatevi in modo saggio e giusto, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri. Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della profezia la eserciti secondo ciò che detta la fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi insegna si dedichi all'insegnamento; chi esorta si dedichi all'esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.

COMMENTO

“Un solo corpo in Cristo” e “membra gli uni degli altri”. Evidentemente diversi e profondamente uniti. Questo è il mistero della Chiesa che troviamo annunciato in S. Paolo. È un mistero davvero grande, che supera ogni fantasia. Ciascuno ha doni diversi, ma non sono doni privati, individuali, bensì a servizio dell’intero corpo, che solo nell’insieme delle membra è tale. Da soli non abbiamo senso, non stiamo in piedi! Come le piccole tessere di un mosaico o i piccoli pezzi di un grande puzzle. Troviamo senso, significato, compiutezza solo insieme agli altri.

 

PREGHIERA

Diversi (Roberto Laurita)

No, non è vero che la diversità
viene accettata spontaneamente.

Ci sono momenti in cui essa
mette a dura prova i nostri nervi,
ci sono frangenti in cui vorremmo
annullarla, come d'incanto,
per trovare tutti d'accordo con noi,
con gli stessi gusti e gli stessi desideri.

Tu ci hai fatti diversi:
lo vogliamo o no, questa è la realtà.

Grazie, Signore, per tutte le differenze
di pelle, di cultura, di tradizioni.

Grazie per averci salvati
dall'omologazione e dall'appiattimento,
dalla clonazione e dalla massificazione.

Grazie per tutti quelli che ci obbligano
a prendere atto del loro pensiero,
del loro temperamento, delle loro abitudini
così diversi dai nostri.

 

ATTIVITA’: Cosa bolle in pentola?

Svolgimento: Si dividono i ragazzi in gruppi da 5/6. Assegnate ad ogni gruppo un cartellone. Su ogni cartellone disegnate il profilo di una pentola/padella. Chiedete al gruppo di associare ad ogni componente della squadra un ingrediente tra quelli elencati nella scheda e spiegare il perché. (es. Marco paprikaà perché da energia e gusto al gruppo..). Chiedete al gruppo di inventare un piatto/ricetta partendo proprio dagli ingredienti del gruppo. Successivamente ogni gruppo dovrà disegnare il Piatto sul cartellone.

Materiale: Cartelloni, tabella con ingredienti/qualità, pastelli, pennarelli, colle…

 

PER RIFLETTERE

  • Che tipo di ingrediente mi è stato assegnato? Vedevo in me le caratteristiche che hanno visto gli altri?
  • Che tipo di ingrediente invece ti senti tu?
  • Negli altri: riconosci maggiormente qualità oppure difetti? Ti senti migliore di loro?
  • Adesso vedi gli altri in modo diverso?
  • Gli opposti si attraggono, chi è diverso si completa…sono proverbi che sentiamo tutti i giorni, cosa ne pensi?
  • Cos’ha l’altro che tu non hai? Può essere una ricchezza per te? E tu cosa puoi donare all’altro?
  • Secondo te la diversità può essere un dono o uno ostacolo? Quale è il valore che gli attribuisci?
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